“ Fragile assenza di luce, ti darei il mio cuore se tu, anche per un solo istante infinito, mi rendessi l’invisibile che mi appartiene.
Ti prego! Voglio liberarmi della tua tenera corteccia, o pianta radicata nell’eterno universo, e farmi rendere da te, ma solo da te, l’impercettibile! ”
 
   
     

Nocturnalia. C’è qualcosa di magico nel suono di questa parola.

   
 
La stessa magia che permette di catturare la pochissima luce attraverso tempi infiniti.
 
Si compone l’inquadratura e si focheggia prima che la luce cali del tutto.
La geometria continua a esistere, anche di notte. La quantità di nero non è mai troppa.
Particelle di bianco purissimo e pochi, distinguibili, toni di grigio.
È l'altra faccia del visibile, come il silenzio è l'altra faccia del buio.